domenica 27 maggio 2012

Campo scuola a Torino (2)



Non mi è facile raccontare di tutto ciò che abbiamo visto e di tutti i musei visitati, perchè i ricordi si accavallano e le immagini si rincorrono, tra le cose apprese e visitate, i divertimenti e le risate con i miei compagni di classe e professori accompagnatori: Balzano, Romano, Gallo, Plescia, Martucci e la preside Emma Tarulli.
Sicuramente è stata una bellissima e interessantissima esperienza, irripetibile!
Il campo-scuola è durato dal 18 al 21 Aprile 2012, era da molto tempo che speravo di andare a Torino.
Finalmente è arrivato il momento: giorno 18 aprile 2012, ore 8,55!
L'appuntamento per la partenza, per me ed i miei compagni di scuola, con rispettive famiglie e professori, per tutti alla stazione Tiburtina di Roma.
Eccoci al binario e dopo un quotidiano appello tutti sul treno...e si parte!
Subito tutti affacciati al finestrino del treno a salutare mamme, papà, nonni, zii...bene il viaggio era finalmente iniziato.
Viaggiavamo velocissimi, sul treno Freccia Rossa e mentre parlavamo, ridevamo e giocavamo a carte, passavamo per Firenze, Bologna e Milano. E' stato un bel viaggio lungo, comunque con la solita allegria che non manca mai tra i compagni di classe.
Arrivati a Torino vi era una guida adattenderci. Come prima cosa siamo saliti su un pullman per fare un tour panoramico della città di Torino.
Abbiamo potuto amirare vari castelli, case, fontane, piazze, giardini, statue, chiese, monumenti e tanto altro.
La cosa più affascinante è stato il fiume Po, il fiume più lungo d'Italia, anche se a Torino non è ancora molto grande.
Passando per il centro abbiamo potuto osservare come ogni palazzo fosse formato da archi e tutti di ugual altezza, per volere dell'architetto che progettò la pianta di Torino.
Il "Monte dei Cappuccini" fu la prima cosa visitata. Ospita la chiesa di "Santa Maria del Monte" firmata da Ascanio Vitozzi nel 1584.
Abbiamo proseguito verso l'Abbazia di Superga.
Nel 1706 la città venne invasa dall'esercito Franco-Spagnolo di Lugi XIV  insieme alle forze alleate austriache ed alle milizie piemontesi. Il Duca Vittorio Amedeo II e il principe Eugenio di Savoia salirono allora sulla collinetta di Superga e il Duca fece voto alla Madonna: promettondo che se avesse vinto avrebbe costruito proprio in quel punto una chiesa in onore a Maria.
Abbiamo potuto, così, ammire una sala con i ritratti di tutti i Papi tra cui anche quello del Papa attuale, Benedetto XVI. La guida ci ha spiegato che ogni volta che si aggiungeva un nuovo dipinto bisognava spostare tutti gli altri, ma per l'ultimo ritratto hanno preferito evitare. Il Papa attuale si trova sempre nella colonna centrale.
Infine ci siamo recati alle tombe dei reali di Savoia che si trovano nei sotterranei della Basilica di Superga.
Vi sono le tombe della famiglia reale, non solo del re ma amnche delle moglie e figli. Al centro la tomba del re Carlo Alberto. Una lapide commemora invece Carlo Felice di Savoia, che preferì essere sepolto ad Altacomba. Una sala dedicata alle tombe reali di bambini che per fortuna non è stata riempita, ma vi sono anche le tombe di alcune madri.
Al termine della visita siamo andati in hotel, che in realtà non si trovava proprio a Torino, ma a Nichelino.
Neanche scesi dal pullman, abbiamo avuto il piacere di conoscere il direttore dell'albergo che subito ci ha raccomandati di: non sporcare, non fare chiasso, non rompere nulla, essere puntuali la mattina a colazione, non avere alcun contatto con gli altri ospiti dell'albergo e non andare fuori dalle camere dopo l'orario  di "copri-fuoco" stabilito da professori e da lui. Ovviamente tutte cose normali e giuste, anche se non abbiamo avuto la possibilità di organizzare alcuna festiciola che sarebbe stata tanto gradita.
Arrivati all'interno dell'hotel abbiamo scaricato i bagagli e ci hanno assegnato le rispettive camere. Io la condividevo con la mia amica Sofia.
Così ci siamo preparati per la cena. Dopo cena purtroppo non abbiamo avuto l'occasione di fare molto, essendo già abbastanza tardi, e così siamo andati a dormire quasi subito.
Al secondo giorno è stata una sveglia fortissima, proveniente dal telefono dell'albergo e collegata a tutte le camere da noi occupate, a svegliarci alle sette del mattino. Nonostante fossimo ancora un pò stanchi, siamo scesi per fare colazione tutti insieme e poi abbiamo ripreso a camminare per la città.
Dopo aver visitato più attentamente Torino, abbiamo potuto notare alcune differenze con Roma, per esempio Torino è più ricca di fiori, ha spazi più grandi e quindi sembra che vi sia meno gente in circolazione, ovviamente è più fredda ed è ricca di bandiere italiane, essendo orgogliosa d'essere stata la prima capitale italiana.
Arrivati a Piazza Castello abbiamo potuto ammirare la facciata del Teatro Regio. Il teatro e' stato inaugurato nel 1971 e spicca per la sua architettura sobria ed elegante. Da dietro si poteva vedere la guglia della Mole Antonelliana.
Costruzione ardita e geniale dell'architettura ottocentesca, la Mole Antonelliana, incomincia la sua storia nel 1862 quando la comunità ebraica di Torino, acquista il terreno in Via Montebello e decide di fare edificare una Sinagoga per celebrare l'emancipazione concessa loro da Carlo Alberto. La Mole dopo una fase di ristrutturazione interna ed esterna ospita il Museo Nazionale del Cinema. La Mole Antonelliana con i suoi 163m di altezza è l'edificio in muratura più alto del mondo.
Accanto al Teatro Regio si trova il Palazzo degli archivi, uno dei più importanti in Italia che Juvarra costruì per Carlo Emanuele III.
Successivamente abbiamo fatto visita alla chiesa di San Lorenzo, capolavoro del barocco religioso d'Europa. La chiesa è adiacente alla cancellata del palazzo reale. Sulla facciata una lapide ricorda i caduti in Russia ed in alto vi è una campana.
Emanuele Filiberto, duca di Savoia, e suo cugino Filippo II, re di Spagna, combattono contro i francesi nelle Fiandre nel 1557. Fanno voto di erigere nei loro paesi una chiesa in onore del santo, ricordato nel giorno della eventuale vittoria; vincono il 10 agosto: festa di S. Lorenzo. In Madrid Filippo II fa erigere l'Escorial, con chiesa dedicata a S. Lorenzo.
Emanuele Filiberto non potendo erigere subito una chiesa, entrato a Torino nel 1562  fortifica la città e restaura la cappella ducale, dedicandola a S. Lorenzo. La cappella che oggi precede l'ingresso nella Real Chiesa.
Nel 1563 Torino diventa capitale della Savoia ed Emanuele Filiberto nel 1578 trasferisce, per la prima volta e definitivamente, la Sindone da Chambery a Torino per favorire il pellegrinaggio di San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, venuto a piedi per venerare il Santo Telo, come ringraziamento per la fine della peste. Nell'occasione la Sindone è posta sull'altare della cappella di S. Lorenzo. Alla Messa era presente il poeta Torquato Tasso che in ricordo ha scritto una poesia. Nel 1580 muore Emanuele Filiberto; ne seguono anni di guerre e di espansioni territoriali del ducato. Guarino Guarini, padre teatino, architetto, è invitato a Torino dal duca Carlo Emanuele II nel 1666 e riceve dal duca sabaudo l'incarico di edificare una nuova chiesa dedicata a S. Lorenzo.
L'inaugurazione della stessa avviene il 12 maggio 1680: poco più di 13 anni per costruire la complessa struttura. Chiuso il lanternino, Guarino Guarini celebra la santa Messa alla presenza di tutta la corte Sabauda (come documentato negli archivi di stato. Viene cantato il Te Deum di ringraziamento, musicato per l'occasione dal maestro Giovan Battista Carisio. Guarini morirà a Milano nel 1683 a 59 anni.
Abbiamo visitato la biblioteca reale, dove ci siamo divisi in due gruppi. La biblioteca riportava numerosi volumi e disegni preziosi tra cui anche l'autoritratto di Leonardo da Vinci. Al  piano superiore, dalla loggia che dà su Piazza Castello, Re Carlo Alberto dichiarò la Prima Guerra d'Indipendenza il 23 marzo del 1848.
In seguito abbiamo attraversato Via Po e siamo passati davanti al Caffè Mulassano, dove sono stati girati famosi film.
Successivamente ci siamo recati a Palazzo Madama, di cui Guido Gozzano disse al riguardo:
            «La casa dei secoli è il Palazzo Madama. Nessun edificio racchiude tanta somma di tempo, di storia, di poesia nella sua decrepitudine varia. [...] Il Palazzo Madama è come una sintesi di pietra di tutto il passato torinese, dai tempi delle origini, dall'epoca romana, ai giorni del nostro Risorgimento.»
Il Palazzo Madama è un complesso architettonico e storico situato nella centrale piazza Castello a Torino. È patrimonio mondiale dell'UNESCO. Nel palazzo ha sede il Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Si tratta di un connubio di due mila anni di storia del Piemonte: eretto dai romani.
Palazzo Madama imponente al centro della piazza veniva utillizzato da Maria Cristina di Francia.
Salendo abbiamo potuto avere una panoramica dall'alto di Piazza Castello.
Terminata la visita ha cominciato un po' a piovere e siamo andati a mangiare, dopo una lunga attesa.
Dopo aver pranzato siamo andati al Museo Civico di Pietro Micca e dell'assedio di Torino.
La costruzione fu realizzata nel 1961 in occasione per il centenario dell'Unità d'Italia. Nel museo sono esposti gli oggetti ritrovati nella galleria e modelli che illustrano il sistema di gallerie sotterranee. In una di queste stanze viene anche proiettato un episodio di Pietro Micca nella notte tra il 29 e il 30 agosto 1706. Il museo è direttamente collegato alle gallerie sotterranee e così vi siamo entrati. Abbiamo notato la loro gli spazi ridotti: stretti e bassi, perchè gli uomini di quel tempo avevano una statura più piccola rispetto alla nostra.
Nel 1958 fu ritrovata nel sottosuolo di Torino la celebre sala dove il minatore Pietro Micca fece esplodere la mina che impedì la penetrazione nemica verso la città assediata. Da questa scoperta archeologica nacque nel 1961 il museo di Pietro Micca che presenta al pubblico l'originale ambiente delle gallerie  della Cittadella. L'antica capitale del Ducato di Savoia riappare con interessanti ricostruzioni e con precisi ricordi storici.
Terminate le interessantissime visite abbiamo avuto un pò di tempo libero e così, tornati nel centro di Torino ci siamo divisi in due gruppi: maschi e femmine. Il gruppo delle femmine accompagnato dalla professoressa Martucci ha fatto un giro per i negozi di Via Roma.
Alla fine la classe si è ricomposta e abbiamo fatto rientro in albergo. Come sempre molto stanchi, ci siamo preparati per la cena.
Finita la cena ci è stato concesso un momento di svago e poi siamo andati a dormire.
Al terzo giorno come sempre ci siamo preparati e dopo la colazione ci siamo rimessi in cammino.
Arriviamo all'mponente Palazzo Reale. Iniziato nel 1646 dalla madama reale Cristina di Francia per sostituire il vecchio palazzo del Vescovo, conserva intatta la facciata di Carlo Morello. L'edificio, con cortile interno, fu residenza dei re di Sardegna fino al 1859 e di Vittorio Emanuele II, re d'Italia, fino al 1865. Le decorazioni e gli arredi interni testimoniano il succedersi dei numerosi artisti che vi lavorarono dal XVII al XIX secolo. Salendo per le scale ornate di statue e dipinti ottocenteschi, si giunge al primo piano. Nell'ampio Salone degli Svizzeri, con fregio dei fratelli Antonio e Gian Francesco Fea,  raffigurante i Fasti della stirpe sassone di Vitichindo, da cui discenderebbe casa Savoia. Seguono la sala degli Staffieri o delle Virtù alle pareti spiccano gli arazzi della serie di Don Chisciotte; la sala dei Paggi o delle Vittorie, con tele e decorazioni del secolo XVII. Si passa nella sfarzosa sala del Trono, allegoria della Pace di Jan Miel nella volta. La sala delle Udienze e quella del Consiglio. Notevole il Gabinetto Cinese, rivestito di lacche originali. Passata la camera da letto di Carlo Alberto, si giunge nella sala della Colazione, con soffitto e fregio seicenteschile. Seguono le stanze dell'appartamento della Regina: la camera da letto,  la Camera di lavoro, il Gabinetto di toeletta,  il pregadio, la sala delle Cameriste, la stanza della Macchina e la cappella privata della Regina, decorata su disegno di Benedetto Alfieri .Si passa nella Sala da pranzo, con arazzi della manifattura torinese, e nella Sala del Caffé. Nella fastosa Camera dell'alcova è collocata una parte della collezione di Carlo Alberto di vasi giapponesi e cinesi. E la Sala da ballo, con colonne di marmo bianco. Al secondo piano vi sono altri appartamenti dei duchi di Savoia e dei duchi d'Aosta, con decorazioni e arredi dei secoli XVIII-XIX visibili in occasioni particolari.
Al termine della visita siamo saliti sul pullman e arrivati al ristorante "Le Fonderie Ozam".
Dopo ci siamo recati a "La Venaria reale". La Reggia di Venaria Reale è una delle maggiori residenze sabaude in Piemonte. Paragonabile per grandezza alla reggia francese di Versailles che fu costruita tenendo a mente il progetto della dimora reale piemontese. La costruzione risale alla metà del Seicento, per volere del duca Carlo Emanuele II di Savoia desideroso di avere una nuova residenza. Ampliata successivamente e modificata nella sua architettura nel corso dei secoli, la Reggia di Venaria fu utilizzata a scopi militari per quasi due secoli. Dopo un lungo periodo di completo abbandono la Regione Piemonte ha avviato un complesso progetto di restauro durato molti anni che ne ha recuperato parte dell'aspetto barocco originario.
All'entrata una serie di dipinti dei re di Savoia. Abbiamo potuto apprendere della paura dei re di Savoia verso l'acqua.
Meravigliosa la Galleria di Diana
La cosa sicuramente più bella di Venaria sono i Giardini Reali, immensi e ricchi di fiori. Con la bella giornata non abbiamo potuto far a meno di scattarci qualche foto tra di noi e alla bellissima reggia di Venaria Reale.
Terminata la visita, considerando che avevamo ancora del tempo, siamo andati in un centro commerciale, dove abbiamo potuto girare liberamente, con il patto di essere puntuali, di fronte al pullman all'orario prestabilito.
Dopo abbiamo fatto rientro in hotel, come sempre stanchi ci siamo preparati per la cena.
Considerando che quella fosse l'ultima sera insieme, la preside ha deciso di fare una bella passeggiata notturna, tutti insieme per Nichelino.
Non avendo la possibilità di organizzare qualche festa, e anche se fosse molto tardi abbiamo deciso di uscire.
Così si sale a prendere le giacche, magari per vestirci un po' più pesanti e tutti a passeggio! Come prima tappa il parco giochi, allora nemmeno fossimo alle elementari e tutti sulle altalene, scivoli e dondoli!
Poi abbiamo fatto una passeggiata su un grande piazzale e infine tutti seduti a terra in torno ad una panchina, dov'erano i professori, e commentare il campo-scuola, se ci fosse piaciuto, le nostre opinioni, i lati positivi ed anche quelli negativi. Complessivamente è stata una bella gita.
Abbiamo fatto rientro in hotel nel cuore della notte, in punta di piedi.
Il quarto giorno, l'ultimo, svegliatici stanchi, facciamo colazione e poi si riprende la marcia!
Siamo arrivati a Palazzo Carignano, uno dei più celebri esempi del barocco con facciata sinuosa e rivestimento in mattone.
Il palazzo Carignano, o del risorgimento, è una delle più originali costruzioni del barocco, fu realizzata nel 1679-1684 da Guarino Guarini su incarico del principe Emanuele Filiberto il muto, figlio di Tommaso di Carignano.
Dal vestibolo due scaloni in curva portano al piano nobile, dove era il salone delle feste trasformato nel 1848 in aula del Parlamento subalpino.
Il palazzo venne raddoppiato dal lato interno con la creazione dell'ala ottocentesca di Giuseppe Bollati su disegno di Gaetano Ferri , con facciata verso piazza Carlo Alberto.
Questa, con monumento equestre a Carlo Alberto, è delimitata sul lato opposto dalla facciata neoclassica delle ex scuderie del principe di Carignano. Palazzo Carignano, dove nacquero Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, fu sede del primo Parlamento subalpino e poi del primo Parlamento italiano, fino al trasferimento della capitale a Firenze nel 1865. Ospita attualmente il museo Nazionale del Risorgimento italiano, la Deputazione subalpina di Storia patria, l'Istituto di Studi di Storia del Risorgimento e la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte.
Successivamente siamo andati a mangiare in un ottimo ristorante, anche se per quattro giorni abbiamo sempre mangiato patate a pranzo e a cena.
Terminato il pranzo ci siamo recati al famoso Museo Egizio di Torino.
Bisogna dirlo: La cosa più interessante! Il museo Egizio di Torino è il più grande al mondo, solo dopo quello del Cairo.
All'interno abiamo potuto riscoprire la storia degli antichi egizi.Vi erano statuette, sarcofagi, mummie, pergamene che rappresentavano il giudizio delle anime, ossia alla morte il defunto doveva affrontare il giudizo degli dei, che pesavano il suo cuore sulla bilancia, il defunto doveva fare una specie di confessione al contrario, ossia dire tutto ciò che non aveva fatto. Se il defunto aveva detto il vero e non aveva commesso colpe, la sua anima era più leggera di una piuma ed egli poteva iniziare una nuova vita nell'aldilà, nel "campo delle canne", il paradiso degli Egizi; se era stato bugiardo e aveva commesso gravi colpe, veniva divorato da un mostro.
Durante la "pesatura" dell'anima poteva capitare che Anubi, il dio-sciacallo, inclinasse la bilancia a favore del cuore del defunto, per faciglitarli il passaggio nell'adilà.
Vi erano anche bellissimi sarcofagi che funzionavano come delle matriosche, due per le donne e tre per gli uomini.
Vi erano anche alcune mummie integre grazie al processo di mummificazione degli antichi egizi. Quando si moriva venivano seppellite attorno al defunto le cose più care: i suoi attrezzi da lavoro. Questo ha permesso di riconoscere l'antico lavoro che praticavano gli egizi prima di morire.
La sala più curiosa ed affascinante è stata quella con le statue e egizie e le sfingi. Molte volte vicino alle statue dei re vi disegnavano anche i servi e gli schiavi più piccolini.
Al termine della visita non potevamo lasciare Torino senza comprare il dolce e famoso cioccolato.
E così, saliti sul pullman, dopo un appello di controllo per verificare di non lasciare nessuno a Torino, ci siamo incamminati sulla via del ritorno. Ed eccoci tornare alla stazione, era esattamente qui che eravamo solo quattro giorni fà, quando ancora non avevamo visto nulla della bellissima Torino. Ed ora eccoci qua ricchi del sapere sulle più belle meraviglie di questa città.
Arrivati al binario, anche se volevamo comprare qualcosa per la cena, per paura di perdere il treno siamo saliti subito ed abbiamo preso i posti.
Nessuno era triste, forse perchè eravamo ancora tutti insieme e quando siamo insieme non finisce mai il divertimento. Si può dire che in treno ci siamo dati alla pazza gioia, abbiamo giocato, riso, parlato, ci siamo divertiti. Avrei voluto che quel viaggio non finisse mai. Forse eravamo un po' tutti pensierosi, ma in fondo sono le cose più belle che durano di meno e passano più velocemente delle altre. Che dire questa gita mi è piaciuta moltissimo, è stata divertente ed interessante...no! Così sarebbe il solito finale e persino troppo banale. Non esistono parole per esprimere le proprie emozioni perchè al di là dell'indubbia bellezza dei paesaggi, l'importanza dei musei e l'imponenza dell'archittettura dei luoghi visitati, ciò che rimarrà per sempre nei miei ricordi saranno le risate con i miei compagni di classe, l'emozione del mio primo campo-scuola, la preouccupazione ed il grande coraggio della mia professoressa che ci ha accompagnato in questa grande ed indimenticabile avventura!

Amalia Ungaro (III C)

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