Il
piccolo esercito che avrebbe dovuto uccidere l'Antico era allo sbaraglio. Alla
fine Ulkair aveva ucciso il suo padrone, che fino a quel momento era stato il
padrone di tutta Arcania. Solo Fiamma era sfuggito all'agguato, insieme a
Legion. «Vieni, so dove si trova un passaggio!» disse il traditore. Fiamma non
sapeva che sotto quella maschera di carne si nascondeva il vero burattinaio di
Ulkair… Erano appena entrati, quando proprio l'enorme demone, principe dei
dolori e figlio delle tenebre, comparve dal buio. Il capitano gli si gettò
addosso senza alcuna parola... e poco dopo il vero cadavere del demone giaceva
a terra in un lago di sangue viola. «Io credevo fosse morto!» urlò il drago
stupefatto dalla morte del suo acerrimo nemico. «Lui non mi serve più!» rispose
Legion con una voce che non era sua. Poco dopo il suo elmo era a terra, mentre
lui cresceva di stazza e cambiava forma. Fiamma sgranò gli occhi davanti
all'orrore che gli si presentò davanti. «Un... un... creatore!!!» urlò il drago in preda al
panico. L'essere era quasi un'ombra, si confondeva con il tramonto, i suoi
occhi erano dei tizzoni ardenti. Di quello scontro si sarebbe parlato per
secoli, anche se il suo vincitore fece una fine tragica. Fiamma chiuse gli
occhi, e sussurrò: «Ti sto per raggiungere, Shiala!»
prima di trascinare il dio in un crepaccio lì vicino, in un abbraccio
mortale. Arcania fu libera dal male, ma per poco; infatti un'antica profezia
diceva: «Colui che vuole liberare il mondo dall’oscurità verrà trascinato con
essa e la sua progenie lo dovrà fermare». Molto lontano il guscio dell'uovo di Fiamma
si schiuse.
Federico Romani
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